Le stradine di Borgo Chiusa

Borgo Chiusa e Monte Scifo

Le bellezze di Borgo Chiusa e Monte Scifo, visita con Stiltour

Siamo a Mammola, in provincia di Reggio Calabria, ci accingiamo a scoprire il caratteristico Borgo Chiusa, uno dei Borghi rurali più affascinante e antico e ben conservato della Calabria.
Le particolari caratteristiche e la posizione facilmente raggiungibile lo rende meta turistica tutto l’anno, in particolare nel periodo estivo molti turisti stranieri.
Poche e cordiali le famiglie che abitano Borgo Chiusa sparse per le caratteristiche strette viuzze (vinejuzzi). Da ammirare le bellezze delle piccole case attaccate una all’altra di colore tufo, i piccoli portali, i balconcini, le finestre antiche e le piccole piazzette, la panoramica sul mar jonio e il monte scifo alla spalle del borgo.

Borgo Chiusa

Borgo Chiusa e Monte Scifo

Il borgo Chiusa prende il nome dalla sua posizione topografica. Infatti è un villaggio chiuso dal torrente ad est e dal colle dello “Scifo” a nord, che la sovrasta e l’opprime con la sua ombra.
Di origine incerta, ma, di antica fondazione, è un insediamento rurale di tipo medievale caratterizzato dalle strade strettissime che si percorrono solo a piedi, e dalle case piccole e costruite con materiali del luogo.
Sorge sul pendio dello Scifo, il cui etimo trarrebbe la sua origine, secondo la tradizione, dalla forma del recipiente di legno dove vengono pelati i maiali o dall’etimo ebraico “scifo” = nudo, senza vegetazione.

Tracce e ruderi di tombe antiche

Sulla cima dell’amba tabulare pliocenica furono rinvenuti reperti archeologici, come e monete, armi, e cocci di vasellame d’argilla. Esistono ancora tracce e ruderi di tombe dove furono rinvenuti resti umani, testimonianti un’antica comunità di incerta origine. La tradizione, pone, erroneamente in esso una presunta antica Gerace, equivocando, forse con l’esistenza di qualche colonia Locrese, che noi vorremmo identificare con Iton o Itone, città ignota che Tucidide soltanto ricorda, narrando che nelle Olimpiadi 89 venne dagli ateniesi, spedito Feace a Locri per trattare di una lega con gli italiani (Hitaloi) e che costui trovò impegnati in una guerra con gli Itonesi, o Meleasi, loro finitimi e coloni.

La Grotta dei Monaci a Chiusa

Nel territorio di Chiusa, e precisamente a valle, si può osservare ancora una grotta ampia e profonda detta “Grotta dei Monaci“, che la tradizione fa risalire a molti secoli addietro, e intorno ad essa si narrano molte leggende popolari, come e quella del tesoro nascosto “vincolato“, e di un misterioso canto salmodico di monaci nelle notti estive.

Monte Scifo a Mammola

Monte Scifo

Dallo studio dei resti archeologici, si ritiene che sul Monte Scifo sia esistito un villaggio indigeno dell’età del ferro (XI-VII sec A.C.). Esistono tracce di un complesso edilizio rudimentale, costituito da capanne in pietrame ricoperto da scisti argillose oggi completamente distrutto dai nubifragi e dal vandalismo umano.
Reperti di rilievo sono: manufatti (alcuni d’impasto grezzo cotti al sole; altri meglio lavorati, forse cotti al forno), cocci, più esattamente di tombe. Frammenti ossei (tibie, ulne) umani e di animali perfettamente calcificati.
Sui fianchi della collina sono state rinvenute anche molte concrezioni calcaree, di una curiosa forma “dendritica”.
Resti fossili: (meduse, conchiglie) di varie dimensioni, risalenti alla sommersione del periodo pliocenico, simili a soggetti tuttora viventi nei mari della Sonda, fossili marini di clima caldo.
La presenza di scarsi frammenti di ceramiche elleniche, attesta che la tribù aborigena, asserragliata sull’amba lontana del mare, può aver mantenuto, scambi commerciali con le popolazioni di oltre mare, e, forse, assorbita da esse ed ellenizzata.

dal libro “MAMMOLA” di V. Zavaglia

Le necropoli di Borgo Chiusa e Monte Scifo
Nel solo territorio mammolese sono state scoperte interessanti Necropoli di Età Neolitica, in contrada Chiusa, in località Pian di Milio sul Monte Scifo. Si tratta di capanne e pietrame sciolto, a forma circolare, con vestigia consistenti in frammenti di oggetti fittili neolitici e d’impasto grezzo. Tra l’altro, sono stati rinvenuti ossa umane e di animali calcificati, delle lame di ossidiana e frammenti di ceramica colorata, 4500 a. Cr. circa.

dal libro ” SCHOLAE PRAETORIATIS” di G. Pittari